Geologia

DEPOSITI QUATERNARI

Sono depositi relativamente recenti e superficiali, costituitisi attraverso l’azione degli agenti geomorfologici glaciali e fluviali che hanno operato sul territorio negli ultimi due milioni di anni. Questo tipo di deposizione ha generato diversi depositi caratterizzati da dimensioni e tipologie variabili. 

Ceppo Lombardo

Il ceppo lombardo è un conglomerato ad abbondante cemento calcareo, i cui clasti sono costituiti da ciottoli e blocchi di dimensioni variabili, moderatamente arrotondati ed immersi in una matrice fine. La litologia eterogenea dei ciottoli (sia sedimentaria che cristallina) è da correlare alla modalità di deposizione del ceppo. Al termine del Terziario l’area dell’attuale Pianura Padana era occupata da un ampio golfo marino, nel quale si gettavano i corsi d’acqua provenienti dai rilievi dell’arco alpino appena formatosi, trasportando e depositando notevoli quantità di materiali alluvionali provenienti da aree geologicamente eterogenee. Con il procedere della sedimentazione i materiali depositati portarono alla chiusura del bacino, trasformandolo in un ambiente deltizio-lagunare. Il Ceppo Lombardo rappresenta il conclusivo affrancarsi di condizioni deposizionali di tipo continentale, testimonia la presenza di agenti morfologici fluviali ai quali si affiancano gli effetti del primo glacialismo e costituisce il livello più antico della pianura. Nella Valle del Torrente Cosia affiora abbondantemente, risultando spesso intagliato in forre profonde.

Depositi fluvioglaciali

I depositi fluvioglaciali sono coltri sedimentarie sciolte costituite da ciottoli, ghiaie, sabbie e limi grossolanamente stratificati. I clasti, scarsamente arrotondati, sono di litologia varia e talora si presentano in livelli ben classati. Tali depositi sono stati accumulati attraverso l’alternarsi di fasi glaciali ed interglaciali che ha caratterizzato il Quaternario su gran parte del territorio del Comune di Tavernerio. Nel territorio del Parco le coltri fluvioglaciali costituiscono una vasta area subpianeggiante sulla destra idrografica del Torrente Cosia, collocata presso gli abitati di Solzago e Tavernerio.

Depositi fluviali recenti

I depositi fluviali recenti sono sedimenti messi in posto da fenomeni alluvionali recenti o attuali e sono costituiti da ghiaie e sabbie stratificate. Si sviluppano soprattutto lungo il basso corso del Cosia ad Ovest della Cascina San Bartolomeo e sono collocati in piccole aree golenali presso il letto del torrente.

LITOTIPI MESOZOICI

I monti del Triangolo Lariano sono costituiti da rocce sedimentarie di età giurassica depositatesi sul fondo di un antico oceano denominato Tetide. Il bacino della Tetide si insinuava in una frattura che divideva le masse continentali, disposte secondo una geografia molto diversa dall’attuale. Nell’emisfero settentrionale si aveva un supercontinente, denominato Laurasia, costituito dall’unione del nordamerica, dell’europa e dell’asia, mentre l’emisfero meridionale era occupato da un secondo supercontinente, denominato Gondwana, formato dall’unione del sudamerica, dell’africa, dell’australia e dell’antartide. A latitudini tropicali, fra le due masse continentali si estendeva l’oceano Tetide.

Calcare di Domaro e Calcare di Moltrasio

Sui fondali oceanici si andavano depositando sedimenti di natura carbonatica, che costituiscono i litotipi maggiormente diffusi nel Triangolo Lariano. Le principali formazioni di questo ambito sono il Calcare di Domaro ed il Calcare di Moltrasio. Si tratta di calcari neri e grigi ben stratificati e ricchi di noduli di selce. Essi affiorano a partire dal Monte San Primo fino ad arrivare alla fascia collinare pedemontana, raggiungendo talora uno spessore di migliaia di metri, dovuto non allo spessore reale della formazione, bensì a fenomeni tettonici di sovrascorrimento. Nei calcari citati si possono rinvenire fossili di ammoniti e belemniti, antichi molluschi pelagici che popolavano l’oceano Tetide.

Rosso Ammonitico Lombardo

Le mutate condizioni di deposizione causano successivamente la formazione di rocce sedimentarie di tipo differente. La maggior ossigenazione dei fondali comporta nei depositi l’ossidazione dei minerali ferrosi, che colora di rosso le formazioni rocciose. Sopra al Calcare di Moltrasio troviamo dunque il Rosso Ammonitico Lombardo, calcare nodulare tipicamente color ruggine, noto ai paleontologi fin dalla seconda metà dell’800. La formazione del Rosso Ammonitico è ricchissima di fossili di antichi molluschi cefalopodi, simili agli attuali Nautilus, denominati appunto ammoniti. La continuità della stratificazione e l’abbondanza di fossili hanno fatto di questa formazione la migliore al mondo per la datazione relativa dell’intervallo fra il piano Pliensbachiano e quello Toarciano (184-176 milioni di anni fa). Nell’ambito dell’area considerata il Rosso Ammonitico Lombardo affiora nel territorio compreso fra l’Alta Valle di Albese con Cassano e l’Alpe Turati di Albavilla.

Selcifero Lombardo

Le condizioni deposizionali, in seguito mutano ancora col passaggio ad un ambiente di acque più profonde ed acide, che non consentono la deposizione di carbonati, bensì di minerali di silice, che formano le radiolariti (comunemente dette “pietre da coti”) del gruppo del Selcifero Lombardo.

Maioliche del Cretaceo

La successiva progressiva chiusura del bacino della Tetide è testimoniata dal passaggio verso formazioni sedimentarie tipiche di mari meno profondi, come la maiolica bianca che segna il passaggio dal Giurassico al Cretaceo. Approssimativamente intorno a 100 milioni di anni fa si ha la chiusura della Tetide, in seguito alla collisione della placca continentale africana con quella europea. Tale fenomeno causa la corrugazione della crosta terrestre facendo innalzare la catena alpina. In questo modo le rocce sedimentarie, delle quali abbiamo descritto le modalità di deposizione, giungono a formare le attuali Prealpi calcaree.