Geomorfologia

L’area del Plis della Valle del Torrente Cosia è caratterizzata da una geomorfologia che è la testimonianza di fenomeni di modellamento superficiale avvenuti nell’era quaternaria. In generale è possibile leggere frequenti segni lasciati dalle varie espansioni glaciali quaternarie. Le montagne del Triangolo Lariano, colonizzate dai ghiacciai, hanno infatti subito notevoli fenomeni erosivi, i quali hanno conferito ai versanti l’attuale forma arrotondata e priva di spigolosità.

Nell’area pedemontana sono presenti vasti cordoni di depositi morenici caratterizzati dalla mancata selezione granulometrica e dalla natura litologica eterogenea dei clasti che li costituiscono. È possibile incontrare anche depositi di tipo fluvioglaciale.

Nella parte pianeggiante della valle di Albese con Cassano è possibile osservare anche depositi argillosi accumulatisi probabilmente sul fondo di antichi laghetti proglaciali quaternari. Gli strati di argilla sono tipicamente delle varve, ovvero bande scure e bande chiare alternate, che scandiscono l’alternanza di stagioni calde e fredde.

Un’importante traccia lasciata dal glacialismo quaternario è costituita da alcuni massi erratici di notevoli dimensioni depositati nei pressi della Valle del Torrente Cosia. Alle morfologie legate all’azione dei ghiacciai si associano quelle determinate dall’azione erosiva dello stesso Torrente Cosia.

Il fenomeno di modellamento di maggiore pregio ed importanza dopo quello glaciale è senza dubbio quello carsico, che ha scavato un articolato sistema di cavità sotterranee nel massiccio calcareo descritto. Il fenomeno si manifesta particolarmente nella valle di Albese con Cassano, dove il Rio Vallone scompare per un lungo tratto inghiottito dal sottosuolo, per poi riaffiorare più a valle. Altri elementi che denotano l’azione carsica sono le numerose grotte, anche di piccole dimensioni, che si possono incontrare nelle varie valli. Nell’area a valle del paese di Tavernerio il torrente ha scavato profonde forre (fino a 25m) di notevole valore naturalistico e paesaggistico.

Sulle ripide scarpate è possibile leggere le tracce lasciate dal torrente, che in epoche passate scorreva a quote più elevate dell’attuale. L’elevata profondità dei canyon è dovuta principalmente a due cause. Innanzitutto, la durezza della roccia sulla quale il torrente ha operato; si tratta infatti di ceppo lombardo, poco soggetto all’erosione e pertanto intagliato in modo netto solo in prossimità dell’agente erosivo principale. In secondo luogo, l’età relativamente recente del fenomeno di escavazione, che non ha ancora consentito al corso d’acqua di acquisire forme addolcite e pianeggianti tipiche dell’equilibrio della maturità. Il torrente Cosia, infatti, ha assunto in tempi relativamente recenti (circa 15.000 anni fa) l’attuale struttura del proprio bacino.

Sul fondovalle del solco di forra si trovano numerosi massi di conglomerato staccatisi dalle pareti circostanti per effetto della gravità unitamente ai processi erosivi che si svolgono al piede del solco stesso. Le nicchie di distacco originatesi dai crolli dei blocchi creano cavità ed archi lungo le pareti scoscese. Morfologia dovuta all’erosione del torrente è inoltre quella dei “bottini”, ovvero marmitte e solchi levigati e profondi scavati nelle rocce calcaree che costituiscono il letto del torrente. Anche i bottini risultano essere elementi di pregio, essendo un elemento presente nella cultura popolare locale.